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Esiste il giocattolo perfetto?

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Quante volte nel dover regalare un giocattolo a un bambino ci siamo chiesti se il balocco in questione fosse o meno adatto? Ecco, possiamo dire con una certa sicurezza che il giocattolo perfetto non esiste. Soprattutto nei primi anni di vita di un giovane essere umano, le fasi di crescita si alternano così velocemente che quello che può andar bene qualche mese prima già risulta troppo "infantile" qualche mese dopo. 

Oltre ai gusti specifici e naturalmente insiti nel bambino stesso, ogni fase della vita ha le sue peculiarità. Avvalendoci degli studi e dello stato dell'arte della pedagogia oggi, possiamo definire con una certa sicurezza che la discriminante nella scelta di un giocattolo è correlata all'età e quindi allo stadio dello sviluppo del bambino stesso. La classificazione migliore, quindi, è quella legata ai mesi di vita.

Da Assogiocattoli prendiamo in prestito alcuni utili suggerimenti, scoprendo così che ad esempio un primo dispositivo digitale dovrebbe arrivare solo dopo i 5 anni o che i videogame sono un'ottima idea tra gli 8 e i 12 anni. Ma scopriamo di più.

Gioco esplorativo, imitativo, costruttivo

Dai tre mesi di vita fino ai 10-12 mesi il gioco è principalmente esplorativo: il bambino inizia a scoprire i propri sensi e i movimenti. In questa fase è indicato regalare sonagli, palline, giostrine. Intorno all'anno di età il gioco del bambino diventa imitativo, quindi il bambino gioca imitando ciò che vede e sente attorno. Questa è l'età dei primi trenini o animaletti da tirare (onde evitare che tiri la coda al cane o al gatto) e dei giochi ad incastro semplici (e sicuri). Intorno ai due anni si può pensare anche alle macchinine giocattolo, ai finti attrezzi da cucina. Si apre poi la fase del gioco costruttivo (con la capacità di elaborare da parte del bambino i primi modelli funzionali elementari) e contemporaneamente il gioco di finzione. Imitare gli adulti è tipico di questa età, quindi giocare con carrelli della spesa, carrozzini con bambole o strumenti musicali. Poi, un anno dopo, si può andare oltre. Costruzioni più complesse, concetti più ampi, e anche giochi più difficili e che stimolino la fantasia. A quattro anni ad esempio è ideale far entrare nelle camerette dei nostri figli i robot o altri personaggi di fantasia.

Il gioco basato su regole

A 4 anni circa i bambini iniziano a "comprendere e accettare i principi astratti implicati nel condividere con gli altri, fare a turno, essere leali nel registrare i risultati". Da questa età può cominciare l'approccio con i giochi di società, ad esempio. Mentre dopo i 5 possono fare il loro esordio i videogiochi e giocattoli più complessi e realistici.

Intorno agli 8 anni è indispensabile iniziare a permettere ai bambini di giocare autonomamente all'aria aperta. Biciclette e salto con la corda, ad esempio. Si apre quindi il percorso che li porterà all'adolescenza. Dopo gli otto anni iniziano a essere utili quindi tutti i giochi che favoriscano le interazioni sociali. Un esempio? Materiale sportivo, accessori per attività "adulte" in base all'attitudine del singolo (fotografia, ad esempio, anziché collezionismo anziché...).

 

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